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Gimbe, quasi 12 milioni senza la quarta dose di vaccino Covid

Infettivologia Redazione DottNet | 06/02/2023 15:38

Cartabellotta: "tassi di copertura molto bassi in particolare nelle Regioni del Sud: scoperte 11,9 milioni di persone"

Sono 12 milioni le persone che non hanno avuto la quarta dose del vaccino e sono "in caduta libera" le vaccinazioni anti-Covid negli anziani e nelle persone fragili. Lo indica la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio indipendente, relativo alla settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio. Anche "la somministrazione delle quarte dosi (secondo richiamo) è in caduta libera da mesi, ha tassi di copertura molto bassi in particolare nelle Regioni del Sud e lascia scoperte 11,9 milioni di persone", rileva il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.

  Il monitoraggio indica che al 2 febbraio erano 6,77 milioni le persone di età superiore a 5 anni a non avere ricevuto nemmeno una dose di vaccino. 

Di questi, 6,35 milioni sono attualmente vaccinabili, pari all’11% della platea (dal 7,3% della Provincia Autonoma di Trento al 14,4% della Provincia autonoma di Bolzano), 0,42 milioni sono temporaneamente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,7% della platea (dallo 0,4% della Puglia all’1,5% del Friuli Venezia-Giulia).

Per quanto riguarda la terza dose, al 2 febbraio ne erano state somministrate 40.457.435, con un tasso di copertura dell’84,8% (dal 78,7% della Sicilia all’88,7% della Lombardia). Sono 7,25 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster di cui  5,85 milioni possono riceverla subito (pari al 12,3% della platea, dal 7,9% del Piemonte al 20,4% della Sicilia), 1,4 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni (2,9% della platea, dall’1% della Sicilia al 5,6% del Veneto). Per quanto riguarda la quarta dose, 11,9 milioni possono riceverlo subito, 1,3 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 5,9 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 febbraio ne erano state somministrate 5.898.882.

Per la quinta dose, al 2 febbraio ne erano state somministrate 438.022. Diminuiscono i ricoveri per Covid-19 sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, mentre si registra un aumento dei decessi pari al 27,2%. I dati indicano che i ricoveri nei reparti ordinari si sono ridotti del 9% (da 4.081 a 3.712) e nelle terapie intensive si registra un calo del 12,7% (da 205 a 179).  I decessi sono aumentati del 27,2% in 7 giorni, da 345 a 439 (33 dei quali riferiti a periodi precedenti); la media è salita a 63 al giorno rispetto ai 49 della settimana precedente. “A fronte di una netta riduzione nell’ultimo mese della circolazione virale, tornano a salire i decessi. Pur essendo necessario un consolidamento del dato nelle prossime settimane, potrebbe essere la spia del calo della copertura immunitaria – da infezione pregressa o da vaccinazione – in anziani e fragili con il trascorrere del tempo”, osserva il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.

Il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti, rileva che “continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-9%) che in terapia intensiva (-12,7%)”. In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 179 il 2 febbraio; in area medica, raggiunto il massimo di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a quota 3.712 il 2 febbraio. Al 2 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 5,8% in area medica (dal 2,2% della Lombardia al 17,4% dell’Umbria) e dell’1,8% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Molise e Valle D’Aosta al 5,3% della Calabria) (figura 7). “E’ stabile-  conclude -il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva, con una media mobile a 7 giorni di 18 ingressi/die, invariata rispetto alla settimana precedente”.

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